L’economia sociale di mercato prese piede nella Repubblica Federale Tedesca e, di lì, in tutta l’Europa dopo la Seconda guerra mondiale, come conseguenza delle tesi dell’ordoliberalismo, peculiare dottrina riconducibile al pensiero dell’economista Walter Eucken. Questi osservò come il liberalismo classico non fosse in grado di affrontare le sfide del tempo, specie in considerazione della sua mancanza di attenzione per gli strati più poveri della popolazione, peraltro molto in sofferenza nell’Europa del Secondo dopoguerra. A guidare l’attuazione dell’economia sociale di mercato nella Germania federale fu Ludwig Erhard, allievo di Eucken e ministro delle finanze dei governi di Konrad Adenauer tra il 1946 e il 1963. Il risultato fu il Wirtschaftswunder (“miracolo economico”), cioè la rapidissima ripresa e il rilancio dell’economia della Germania occidentale dalle macerie della guerra. Un altro grande interprete di questo filone del pensiero liberale è stato Wilhelm Röpke, mentre in Italia a richiamare i temi dell’ordoliberalismo furono Luigi Sturzo e Luigi Einaudi: infatti, essi proponevano un nuovo liberalismo, attento alle questioni sociali. Non a caso, i due uomini politici si batterono per lo stabilimento di un salario minimo garantito e di politiche antitrust.
L’ordoliberalismo maturò in controtendenza con il marxismo dilagante e trasse ispirazione dai principi cristiani, sociali ed economici espressi nell’enciclica papale del 1891 Rerum Novarum, a firma di papa Leone XIII. L’ordoliberalismo e l’economia sociale di mercato vennero duramente contestati sia da socialisti e comunisti che dai liberisti più ortodossi: i primi avversavano della dottrina ordoliberale l’approvazione del capitalismo, mentre i secondi ritenevano la stessa dottrina troppo condizionata da preoccupazioni sociali. In realtà, l’ordoliberalismo condivide molto con il liberalismo classico, soprattutto nei suoi elementi essenziali e irrinunciabili per ogni liberale che si rispetti: il controllo della spesa pubblica per un bilancio sano e sostenibile delle casse dello stato e la difesa virtuosa della libertà in tutte le sue accezioni.
(A cura di Federico Mancuso)